Punti d’interesse
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Situato nella pianura allo sbocco delle valli piemontesi del Parco Nazionale del Gran Paradiso, ad un’altitudine di circa 304 m s.l.m, è il centro più importante e popoloso del Canavese Occidentale con i suoi 12.500 abitanti circa. È servito da una valida rete stradale verso Torino (a 30km) e verso Ivrea (a 25 km) e da un buon collegamento di trasporto pubblico con Torino.
Rivarolo Canavese merita una visita per la sua vivacità culturale, sportiva e associativa, per il suo gradevole impianto urbanistico, per la sua ricca offerta commerciale, per le variegate opportunità di buona ristorazione e per il suo patrimonio artistico frutto di una storia millenaria: dal Castello Malgrà/sec XIV-XIX) al Convento di San Francesco (Sec. XIII – XIV – XV) con l’affresco di Martino Spanzotti e alle chiese barocche, tra le quali spicca quella dedicata a San Michele, opera dell’architetto Bernardo Vittone (Sec. XVIII).
Dal 2020, la Regione Piemonte ha riconosciuto la città quale Distretto Urbano del Commercio, sottolineandone l’anima commerciale, artigiana e imprenditoriale, che fortemente dialoga con l’anima agricola.
Il Castello Malgrà
Simbolo per eccellenza della città, il CASTELLO MALGRA’ (sec. XIV/XIX) – Via Maurizio Farina, 57: costruito dai Conti di San Martino nel 1333, viene ristrutturato, a fine Ottocento, su progetto dell’architetto Alfredo D’Andrade. Nel cortile interno emergono la torre merlata e il portichetto con affreschi quattrocenteschi. Di proprietà comunale dal 1982, è visitabile ogni domenica pomeriggio (da maggio ad ottobre) e ospita mostre e manifestazioni culturali. Il Parco del Castello è un prezioso polmone verde sempre aperto al pubblico, a pochi passi dal centro e da cui inizia anche una sentieristica naturalistica.
Il Castellazzo
Il CASTELLAZZO (sec. XI/XIX) – Corso Rocco Meaglia, è quanto rimane del “castrum” più antico di Rivarolo attorno al quale si sviluppa il primo nucleo del borgo.
Viene ristrutturato come villa privata nella seconda metà del 1800.
Il CASTELLAZZO (sec. XI/XIX) – Corso Rocco Meaglia, è quanto rimane del “castrum” più antico di Rivarolo attorno al quale si sviluppa il primo nucleo del borgo.
Viene ristrutturato come villa privata nella seconda metà del 1800.
Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo
Risalendo la Via Ivrea, che con i suoi portici è una delle vie più belle del Canavese, si incontra subito la CHIESA PARROCCHIALE DI SAN MICHELE ARCANGELO (sec. XI/XVIII) – Via Ivrea, 86; di origine molto antica si presenta nella splendida forma barocca realizzata dall’architetto Bernardo Vittone con facciata in laterizio, pianta ottagonale e cupola imponente che disegna lo skyline della città.
Chiesa della Confraternita del SS. nome di Gesù
La via ospita, inoltre, la CHIESA DELLA CONFRATERNITA DEL SS. NOME DI GESU’ (sec. XVII/XVIII) – Via Ivrea, 85 che dalla metà del 1700 subisce una radicale trasformazione su progetto dell’architetto luganese Pietro Bonvicini: presenta facciata con portale ligneo e raffinato interno con decorazioni e tele di Vittorio Amedeo Rapous.
La via apre poi sulla deliziosa piazza Garibaldi in cui troviamo la CHIESA DELLA CONFRATERNITA DI SAN ROCCO E SAN CARLO (sec. XVII/XVIII): costruita dalla comunità come voto per la peste del 1630 viene rinnovata a metà del 1700 con navata unica e decorazioni in stile rococò. La piazza ospita diverse manifestazioni culturali in dialogo con la vitalità commerciale del centro.
La via ospita, inoltre, la CHIESA DELLA CONFRATERNITA DEL SS. NOME DI GESU’ (sec. XVII/XVIII) – Via Ivrea, 85 che dalla metà del 1700 subisce una radicale trasformazione su progetto dell’architetto luganese Pietro Bonvicini: presenta facciata con portale ligneo e raffinato interno con decorazioni e tele di Vittorio Amedeo Rapous.
La via apre poi sulla deliziosa piazza Garibaldi in cui troviamo la CHIESA DELLA CONFRATERNITA DI SAN ROCCO E SAN CARLO (sec. XVII/XVIII): costruita dalla comunità come voto per la peste del 1630 viene rinnovata a metà del 1700 con navata unica e decorazioni in stile rococò. La piazza ospita diverse manifestazioni culturali in dialogo con la vitalità commerciale del centro.
Corso Torino
Nel passeggio si incontrano antichi palazzi signorili: Palazzo Palma di Borgofranco, Palazzo Farina, Palazzo Toesca, oltre che Palazzo Lomellini, sede del Comune.
A pochi metri, in Piazza San Giacomo, si erge la CHIESA PARROCCHIALE DI SAN GIACOMO APOSTOLO (sec. XV/XVIII): opera dell’architetto Costanzo Michela risale alla metà del 1700; il poderoso campanile gotico presenta interessanti decorazioni in cotto.
Sui CORSI TORINO E INDIPENDENZA si apre la spaziosa allea pedonale, luogo di grande vitalità cittadina. In Corso Indipendenza si trovano interessanti dimore ottocentesche, tra cui Villa Vallero, polo culturale con parco aperto al pubblico
Torrente Orco
Ultima, ma non ultima la CHIESA DI SAN FRANCESCO con il suo CONVENTO (sec. XIII/XV/XVII) – Via San Francesco: conserva resti di chiostro e affreschi tre/quattrocenteschi nella sacrestia gotica e all’interno della chiesa; di rilievo il dipinto dell’artista casalese Gian Martino Spanzotti “Madonna e padri della Chiesa in adorazione del bambino” (fine 1400).
Non manca la possibilità di continuare con itinerari naturalistici nelle FRAZIONI visitando in biciletta o a piedi le borgate rivarolesi alla scoperta di forni, mulini, cappelle e cascinali immersi nei verdi panorami pianeggianti; o lungo il TORRENTE ORCO, oasi faunistica, denominato in dialetto “Eva d’or” per i suoi depositi auriferi. Nelle vicinanze non mancano testimonianze romaniche e medievali.
Ultima, ma non ultima la CHIESA DI SAN FRANCESCO con il suo CONVENTO (sec. XIII/XV/XVII) – Via San Francesco: conserva resti di chiostro e affreschi tre/quattrocenteschi nella sacrestia gotica e all’interno della chiesa; di rilievo il dipinto dell’artista casalese Gian Martino Spanzotti “Madonna e padri della Chiesa in adorazione del bambino” (fine 1400).
Non manca la possibilità di continuare con itinerari naturalistici nelle FRAZIONI visitando in biciletta o a piedi le borgate rivarolesi alla scoperta di forni, mulini, cappelle e cascinali immersi nei verdi panorami pianeggianti; o lungo il TORRENTE ORCO, oasi faunistica, denominato in dialetto “Eva d’or” per i suoi depositi auriferi. Nelle vicinanze non mancano testimonianze romaniche e medievali.